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Junior Achievement è la più vasta organizzazione non profit al mondo dedicata all’educazione economico imprenditoriale dei più giovani.

Ispiriamo bambini e ragazzi incoraggiandoli a seguire i loro sogni e a trovare la loro strada. Diamo loro l’opportunità di mettersi in gioco e di sviluppare le competenze necessarie per affrontare con successo e il mondo del lavoro, per influenzare positivamente le loro vite così che siano protagonisti attivi del loro futuro.

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Qual è stato il suo percorso formativo (da intendere nel senso più ampio possibile)? Per fare carriera e avere successo quanto conta la formazione “tradizionale” (accademica, corsi di aggiornamento)? E invece interessi e passioni personali?

In seguito agli studi classici presso un liceo milanese, mi sono laureata in Matematica presso l’Università Statale di Milano. In seguito agli studi ho curato la formazione della lingua Inglese che non avevo modo di approfondire adeguatamente durante il mio percorso formativo, con un soggiorno di 6 mesi di studio in Inghilterra. Credo che la ricetta perfetta per fare un buon manager unisca alle competenze derivanti da un’adeguata formazione professionale, un buon equilibrio personale e forti capacità relazionali. Per questo sono convinta che al di là della formazione tradizionale, che resta fondamentale, sia necessario fare esperienze che permettono di dare voce alle nostre passioni e accrescere la nostra personalità. La coltivazione dei propri interessi – culturali, artistici, sportivi – può trasformarsi in un fattore distintivo, in punti di vista “originali” da offrire al mondo del lavoro. Steve Jobs ad esempio – che ha applicato ai prodotti tecnologici un rivoluzionario design lineare – seguì in età giovanile dei corsi di calligrafia. È anche utile misurare le proprie capacità e i propri limiti in contesti esterni alla formazione tradizionale. Sarà forse una affermazione scontata, ma lo sport, soprattutto se praticato in squadra, può essere un’ottima leva formativa.

Nella sua biografia di Twitter la prima frase recita: “Con la volontà di offrire ai propri figli un futuro in Italia”. Come si offre un futuro in Italia? Quali dovrebbero essere le azioni da fare?
Ritengo che una delle responsabilità più grandi che abbiamo nei confronti dei nostri figli sia proprio quella di offrire loro la possibilità di scegliere il nostro Paese come luogo dove veder sviluppare ed esprimere il loro potenziale. Oggi in Europa esiste un gap di competitività rispetto alle altre economie, in particolare rispetto a USA e Cina, che tenderà nel tempo ad ampliarsi. Il compito delle grandi aziende è di contribuire a riavviare la crescita e la competitività e, secondo la maggior parte dei business leader, questo è possibile attraverso lo sviluppo delle tecnologie digitali che, oltre a sostenere la competitività e la crescita economica, favorirà la creazione di posti di lavoro. Le grandi aziende devono operare in questa direzione anche sul fronte della responsabilità sociale: in Accenture, ad esempio, stiamo lavorando per potenziare il talento dei giovani in Italia, indirizzandoli o formandoli con digital skills che facilitino il loro ingresso nel mondo del lavoro.

Lei si occupava di finanza per una grande azienda, ma è anche CSR Manager. Cosa le piace di più e perché?
Nei 24 anni di esperienza in Accenture ho avuto modo di accrescere le mie competenze nel settore dei Financial Services, in particolare nell’ambito bancario. Il passaggio alla CSR è stato graduale e oggi ricopro proprio la responsabilità dell’area Human Capital & Diversity, che in Accenture promuove le politiche per favorire un ambiente di lavoro inclusivo, che supporti la crescita professionale e personale per tutti i dipendenti di Accenture, nel rispetto dei principi etici, di responsabilità sociale e dei valori aziendali. Questo vivere più ruoli anche molto differenti, mette in luce la capacità di Accenture di trasformarsi e di saper ascoltare le proprie persone nell’affidare loro ruoli che assecondano la loro sensibilità, oltre a valorizzare le loro competenze professionali. Nella mia esperienza ho vissuto i due ruoli non come “esclusivi” ma come complementari, affrontandoli entrambi con passione e ricevendo da entrambi stimoli di crescita.

Come è entrata in contatto con Junior Achievement? Qual è stata la cosa che le piace di più di JA?
Accenture Italia sostiene da quattro anni Junior Achievement, con cui condivide i valori di crescita e formazione dei giovani per lo sviluppo del loro futuro professionale. La metodologia didattica ed esperienziale di learning–by–doing sposata da Junior Achievement rispecchia il metodo formativo che dedichiamo fin dai primi giorni ai nostri più giovani professionisti: il “training on the job”, fortemente diversificato su tutti i settori industriali e condotto a livello internazionale. Di Junior Achievement apprezzo la capacità di saper combinare le esigenze di un mercato professionale in costante trasformazione con il saper ascoltare i giovani per comprendere come aiutarli a orientarli e ispirarli nella realizzazione del loro potenziale personale e professionale nel mutevole contesto di mercato.

Se potesse dare un consiglio ad un bambino delle elementari? E ad un ragazzo delle medie? E ad uno delle superiori?
Alle elementari è fondamentale introdurre sistemi di insegnamento più vicini al gioco, che permettano di comprendere le dinamiche più semplici del calcolo e contribuiscano a formare delle basi di conoscenza solide. Alle elementari e anche alle medie è fondamentale che ai ragazzi sia lasciato il tempo necessario per leggere, giocare e praticare uno sport che sia una vera passione, poiché questo contribuisce fortemente a sviluppare la loro personalità e l’attività fisica permette inoltre di aumentare la concentrazione nello studio. Ad un ragazzo delle superiori suggerirei invece di essere curioso del proprio futuro, di interrogare gli adulti su quali sono le professioni, quali le competenze concretamente necessarie per essere preparati ad affrontare il mondo del lavoro. In questo senso credo che l’esperienza di JA Leaders for a Day sia un esempio eccellente, che – senza la mediazione della scuola o dei genitori – fa dialogare i professionisti di oggi e i professionisti del futuro, per un reciproco arricchimento esperienziale. Infine da laureata in matematica e MD di Accenture, non posso che sostenere che oggi è quanto mai attuale orientarsi verso percorsi di studi che portino ad intraprendere percorsi STEM che portano ad una maggiore possibilità di empolyment successivo.