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Eccoci, siamo gli studenti dell’Istituto Jannuzzi di Andria (Bari) e vogliamo condividere con voi la nostra esperienza alla JA Marketplace di Bruxelles (la fiera europea di Impresa in azione) degli scorsi 12 e 13 marzo.

Aeroporto di Brindisi, dopo un treno e un pullman. E dopo il volo ci saranno ancora taxi e metro. Decolliamo. Star fermi per due ore e mezza di volo non è facile, ma le nostre aspettative ci danno la carica e, come per magia, veniamo circondati da una nuova atmosfera. Finalmente siamo a Bruxelles!

aeroporto

Scesi dal taxi, osserviamo il paesaggio in cerca di punti di riferimento. Alla stazione di Bruxelles Midi ci accolgono due componenti del team “Hide & Seek” ed il loro coach: i nostri tutor per questa intensa tre giorni.
In metro avviamo la conoscenza del team belga, poi a cena conosciamo anche le altre “minì”, come le chiamano, “mini-entreprises” provenienti dall’estero, e poco per volta realizziamo che abbiamo ancora da lavorare per rendere il nostro sito adeguato all’evento: segue una lunga nottata di straordinari e implementazioni.

Iniziamo la giornata più importante con sole tre ore di riposo, perché non possiamo permetterci errori. Bisogna fare tutto per bene, partendo dall’allestimento dello stand. Con i pochi mezzi in nostro possesso, disponiamo sul banco tutti i prototipi, alcune brochure illustrative e due computer che passano in loop una presentazione del team e una del LifeBand. Tutto pronto. Si parte, ora inizia il bello.

La gente interessata al nostro stand cresce a vista d’occhio e quello che più impressiona del nostro prodotto non è quello che promette ma quello che effettivamente è in grado di fare. Alcuni avversari lo definiscono il miglior prodotto in fiera per innovazione ed originalità. Tra i tanti visitatori ci sono anche dei giudici e la loro espressione sbalordita ci riempie di gioia: abbiamo davvero portato qualcosa di innovativo e siamo riusciti a contagiare altri con il nostro entusiasmo. Comunicare con altri team si rivela a volte difficile, per via della lingua. La maggior parte dei team parlano francese e non tutti riescono a comprendere bene l’inglese, eppure riusciamo a farci notare. Il nostro obiettivo era quello.

stand

La competizione comprende anche dei giochi fra team composti da più imprese, attività di intrattenimento e socializzazione, come il tiro alla fune o la creazione di manifesti pubblicitari, con risultati a volte esilaranti. Scorrono via le quasi 8 ore di fiera nonostante il poco sonno della notte, sicché nel pomeriggio siamo quasi a pezzi. Poi cena e il party in discoteca, ma già pensiamo alla premiazione della domenica mattina.

Il gran giorno della premiazione è arrivato e, visti i riscontri positivi del giorno precedente, non nascondiamo modeste ambizioni sul premio per l’innovazione. Attesa snervante e, in più, tutta la cerimonia in francese. Ci sentiamo quasi estranei, fuori luogo. Le nostre orecchie captano “une compagnie qui vient d’Italie”: siamo gli unici italiani in gara, cosa staranno dicendo? Il sospetto diventa realtà: abbiamo vinto qualcosa, ma non capiamo cosa. Un terzo posto nella classifica del non-sappiamo-che. Veniamo sommersi da fotografie e video, poi il prof ci spiega: il premio è per il JA EwB Rally, la sezione che stimola competizione e collaborazione tra aziende scolastiche di Paesi diversi.

Seguono gli altri premi: miglior stand, miglior tecnica di vendita, prodotto più innovativo, che non è il nostro ma dei portoghesi. Cinque “minì” belga passano alla finale nazionale. Facciamo un bilancio tra di noi: volevamo farci notare e stringere alleanze e, in quello, non abbiamo fallito. Alcuni ci hanno ventilato possibilità di finanziamento in Belgio per la produzione in serie, vaglieremo le proposte al nostro ritorno. E in molti ci hanno detto di essere interessati all’acquisto del LifeBand.

Torniamo in Italia con il sorriso stampato sulla faccia, stanchi, ma fieri di noi stessi. La competizione ha lasciato un segno in noi, siamo entrati nell’ottica delle mini-aziende e abbiamo avuto un assaggio di quelle che sono le vere dinamiche di quel mondo là fuori. Siamo pronti più che mai a dare il meglio di noi per farci notare, a qualsiasi costo ed in qualsiasi modo. Vogliamo rispondere con i fatti a tutti coloro che ci hanno chiesto quale fosse lo step successivo e quali i nostri piani per il futuro. Vogliamo fondare una start-up, avviare partnership di peso, farci conoscere, proseguire nel campo dello sviluppo di prodotti con una ricaduta sociale. Vogliamo essere parte dello smart world. Continuiamo così!

Ah e se avete avuto pazienza di leggere fino a qui, ecco riassunti i nostri 2 giorni a Bruxelles in questo video! 🙂