11mila candidature e solo 50 finalisti: sono gli eccezionali numeri della prima edizione dell’Italian Teacher Prize, il premio lanciato lo scorso 29 maggio dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, che mira a individuare e valorizzare i migliori docenti italiani. Un grandissimo successo, considerando soprattutto che la maggior parte delle candidature – ben 7.500 – sono state inviate da studenti, genitori e colleghi che hanno voluto mettere in luce la bravura degli insegnanti.

Una commissione interna del MIUR ha esaminato le migliaia di proposte, riducendo il numero dei nominativi a 50; un’ulteriore giuria sarà poi chiamata a decidere i 5 finalisti, tra i quali verrà infine premiato l’insegnante dell’anno. Al primo classificato verranno corrisposti 50mila euro, mentre agli altri quattro 30mila a testa, da utilizzarsi esclusivamente per progetti scolastici.

I candidati sono docenti “che rappresentano una fonte di ispirazione per i loro studenti e colleghi e che sono riusciti ad imprimere un cambiamento significativo all’interno del loro ambiente scolastico e della loro comunità”, dichiara il sito ufficiale del premio. Non è quindi un caso che i professori Marilina Saba e Armando Persico, rispettivamente dell’Istituto Fermi di Pontedera (Pisa) e dell’ITC di San Paolo d’Argon (Bergamo), figurino tra i nomi dei migliori 50. I due prof. sono due delle colonne storiche del programma Impresa in azione nonché pionieri della promozione dell’imprenditorialità nella scuola italiana.

La professoressa Saba, sarda di nascita, ha studiato economia e commercio a Pisa, e insegna al Fermi da 32 anni. Oltre a promuovere l’Alternanza Scuola-Lavoro, è autrice di libri e e-book nel settore dell’Economia Aziendale e dell’Imprenditorialità, e sogna laboratori con stampanti 3D per la sua scuola. Il professor Persico, ex commercialista, ha iniziato a insegnare materie di natura imprenditoriale nel 1996. Le sue capacità e la sua innovatività gli sono valse, inoltre, la possibilità di parlare di imprenditorialità di fronte al Parlamento Europeo. Uno dei suoi obiettivi è quello di unire studenti, istituti professionali e persone in difficoltà in una fondazione che combatta la disoccupazione.

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Il premio italiano è gemellato con il Global Teacher Prize, importante riconoscimento internazionale per la categoria degli insegnanti, e promosso dalla Varkey Foundation, un’organizzazione non profit che mira a migliorare in tutto il mondo gli standard educativi per i ragazzi non privilegiati. Il vincitore dell’edizione italiana sarà passato al vaglio della giuria del ‘Nobel’ internazionale, che valuterà se inserirlo nella rosa dei 50 finalisti mondiali, tra i quali verrà da ultimo nominato il migliore insegnante del pianeta.

Il Global Teacher Prize, la Varkey Foundation e il MIUR sono concordi sulla centralità dei docenti nella crescita e nello sviluppo futuro delle nostre comunità. “Crediamo che l’educazione abbia il potere di ridurre povertà, pregiudizi e conflitti”, dichiara il sito del Global Teacher Prize nella sezione “Perché gli insegnanti?”. L’idea alla base del premio e il messaggio principale dell’intera iniziativa sono efficacemente riassunti in un hashtag: #teachersmatter (gli insegnanti contano).