Parte il 28 gennaio il ciclo di incontri online aperti al pubblico sui grandi temi della scuola di oggi.
Intervengono esperti, istituzioni e aziende del mondo privato.
A gennaio sono tornati a scuola 5 milioni di studenti ma prosegue il dibattito sulla povertà educativa e sull’abbandono scolastico; due temi al centro della prima puntata.
Milano, 20 gennaio 2021 – Secondo l’ultimo report della Commissione Europea, in Italia il 20,7% dei giovani tra i 15 e i 24 anni non studia né lavora. La percentuale è aumentata nel secondo trimestre del 2020 e ad oggi ancora centinaia di studenti non hanno i mezzi necessari per la didattica a distanza. Oggi, dopo mesi di sperimentazione, ci troviamo di fronte a sfide da risolvere per includere tutti gli studenti e offrire un’istruzione di qualità che non lasci indietro nessuno e, al contempo, a opportunità per applicare nuove forme di insegnamento e didattica.
Junior Achievement, la più grande associazione dedicata all’educazione finanziare che conta oltre 4 milioni di studenti in 40 paesi, 140 mila insegnanti e 150 mila volontari in tutta Europa, che lavora a fianco di ragazzi, famiglie e docenti con i Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (PCTO) riconosciuti dal MIUR, ha realizzato il Manifesto delle Competenze Trasversali combinando le proprie analisi con le richieste di insegnanti, dirigenti scolastici, Istituzioni, genitori, studenti, aziende, Enti del terzo settore.
Il Manifesto identifica interventi e linee guida per porre come priorità dell’Agenda politica in tema di educazione valori fondamentali per l’istruzione, a beneficio dell’intera società; in sintesi: scuola agile, aperta e inclusiva, educazione alle competenze a tutti i livelli, collaborazione fra gli stakeholder, condivisione di buone pratiche a livello internazionale.
Insieme al Manifesto, JA Italia ha organizzato il ciclo di incontri online dal titolo “Futuro Prossimo. Dialoghi sull’educazione nella nuova era” dove rappresentanti istituzionali, del mondo delle aziende, della ricerca, del terzo settore, italiani e internazionali, si confrontano sui grandi temi della scuola di oggi: povertà educativa e abbandono scolastico e nuovi modelli di inclusione, tecnologie innovative per la didattica, educazione all’imprenditorialità nelle scuole, nuovi itinerari per la formazione degli insegnanti, carriere per l’economia e la società del futuro con focus su sostenibilità e innovazione sociale, percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento.
Gli appuntamenti, a cadenza mensile da gennaio a giugno, vedono fra gli ospiti: ABB, ANP, ASVIS, Citi, Coca-Cola HBC Italia, Fondazione Compagnia di San Paolo, EY, Fondazione Agnelli, Intel, Lenovo, ManpowerGroup, UNICEF. La prima puntata è il 28 gennaio alle 12.00 sul sito www.jaitalia.org, LinkedIn e YouTube.
“La pandemia ha accelerato e portato alla luce le disuguaglianze e le criticità presenti nel nostro sistema scolastico. È importante agire subito e con azioni che intervengano alla base dei problemi, per evitare che l’emergenza influisca sul diritto all’educazione equa, di qualità e inclusiva che l’ONU ha inserito fra gli obiettivi per lo sviluppo sostenibile. Il momento che stiamo affrontando ci pone di fronte a una sfida importante che va affrontata con l’atteggiamento giusto, come ci dimostra uno studio che abbiamo condotto a livello europeo con gli insegnanti della nostra rete. Implementando infatti metodi di apprendimento imprenditoriale è possibile abbracciare il cambiamento e introdurre nuova linfa vitale nel sistema scolastico”, dichiara Miriam Cresta, CEO di Junior Achievement Italia. “Come Associazione nei mesi passati abbiamo continuato a lavorare con le scuole, garantendo il funzionamento dei nostri programmi anche da remoto e collaborando con gli insegnanti per integrare le nuove pratiche. Abbiamo voluto organizzare i talk ‘Futuro prossimo’ per proseguire questo dialogo, analizzare le nuove opportunità, sensibilizzare tutte le parti interessate sull’importanza della collaborazione sia tra pubblico e privato sia tra realtà nazionali e internazionali”.
“Povertà educativa e abbandono scolastico: tecniche, attività e progetti per proporre nuovi modelli di intervento nei territori” è il primo talk, live il 28 gennaio alle 12.00.
Sono presenti Silvia Boschetti, Responsabile Comunicazione Citi Italia, Miriam Cresta, CEO di JA Italia, Antonio Perdichizzi, Presidente di JA Italia, Anna Riatti, Coordinatrice UNICEF per la risposta migranti e rifugiati in Italia, con la moderazione di Marco Pietro Lombardo.
Lo spunto iniziale è l’impegno di JA verso i NEET, “ragazzi e ragazze non occupati e non in istruzione e formazione”, che secondo l’ISTAT nel 2019 nella fascia 15-29 anni erano oltre 2 milioni.
Fra le categorie sociali più colpite dalla crisi legata alla pandemia, infatti, vi sono i giovani, che sono entrati nel mercato del lavoro con contratti a tempo determinato. L’emergenza sanitaria e l’incertezza sul presente e sul futuro hanno indotto in molti casi una mancanza di fiducia nel mondo del lavoro. Paradossale è il fatto che in questi mesi l’Italia ha visto la diminuzione della disoccupazione perché le persone non occupate, sotto i 29 anni, hanno smesso di cercare lavoro: molti ragazzi rischiano di entrare in una condizione in cui non studiano o non lavorano. Una vera trappola della povertà per chi smette di investire nel proprio futuro professionale.
Per questo problema JA ha lanciato a novembre 2018 “NEETs in Entrepreneurship – Match the Future”, programma triennale che proseguirà fino a metà del 2021. L’iniziativa, attiva in Italia, Romania, Bulgaria e Spagna, mira a coinvolgere a livello nazionale 400 giovani NEET creando 10 start up finanziate dal fondo internazionale che lo sostiene[1].
La condizione di NEET colpisce maggiormente le ragazze: secondo l’Atlante dell’Infanzia (a rischio) di Save The Children, nel 2019 erano 1 milione 60 mila le ragazze tra i 15 e i 29 anni che non studiavano né lavoravano, quasi 1 su 4, rispetto a 940 mila ragazzi, 1 su 5. Tra i 25-34enni, 106 mila giovani donne erano definite “scoraggiate” e 500 mila erano inattive “per motivi familiari” a fronte di 24 mila giovani uomini; infine, 419 mila donne lavoravano in part-time involontario a fronte di 239 mila uomini.
La situazione di disparità per le bambine parte dalla scuola primaria: per l’UNESCO, 132 milioni di ragazze erano fuori dalla scuola prima dell’emergenza sanitaria e altri 11 milioni di ragazze difficilmente ci torneranno dopo la crisi. 15 milioni di bambine in età da elementari (la metà delle quali nell’Africa subsahariana) non entreranno mai in un’aula e più dell’85% delle ragazze nei Paesi a basso reddito non completa la scuola secondaria.
Il coinvolgimento di Citi nel talk è fondamentale su questo tema. Citi ha infatti approfondito questo tema in un recente report “The case for Holistic Investment in Girls” realizzato insieme a Plan International nel quale si sottolinea che l’istruzione ha un ruolo chiave per sbloccare il potenziale di bambine e ragazze e ha effetti moltiplicatori su altre dimensioni come la loro famiglia e la comunità in cui abitano o le generazioni successive. Lo studio, analizzando un campione di 8 Paesi in via di sviluppo, ha stimato che il raggiungimento di tassi di completamento delle scuole secondarie del 100% entro il 2030 aumenterebbe i livelli del PIL nazionale di queste economie in media del 10%, con un costo d’intervento per ragazza di 1,53 dollari, sostanzialmente il costo di un caffè.
[1] “NEETs in Entrepreneurship” è un programma finanziato da Islanda, Liechtenstein e Norvegia attraverso il fondo “EEA and Norway Grants’ Fund for Youth Employment”.