VISES Gruppo di Milano è la sezione milanese della Onlus di riferimento di Federmanager che per il secondo anno è partner territoriale per la Lombardia di JA Italia grazie alla propria rete di volontari coinvolti in qualità di Dream Coach nei programmi “Impresa in azione” e “Green Jobs”.

I volontari VISES, insieme ad altri 500 professionisti in tutta Italia, costituiscono la preziosa community dei Dream Coach JA che affiancano i nostri studenti, guidandoli e consigliandoli come dei veri e propri mentor, nelle varie fasi progettuali, garantendo alle mini-imprese il loro supporto di cultura e professionalità imprenditoriale.

Abbiamo incontrato Roberto De Mattia e Francesco Dindo, Dirigenti Senior e coordinatori dei volontari VISES Gruppo di Milano nei progetti di JA Italia.

Come è iniziata la collaborazione con JA Italia?

«Ho avuto una prima esperienza come giudice alla competizione regionale delle mini-imprese nell’a.s. 2015/2016» racconta Roberto De Mattia. «L’entusiasmo e le capacità degli studenti mi hanno subito contagiato. Il mondo dell’educazione e dell’insegnamento mi ha sempre affascinato nonostante abbia intrapreso una carriera manageriale e per questo motivo, nell’edizione successiva del programma, ho partecipato come Dream Coach di una classe dell’Istituto Europa Unita di Lissone. Quest’anno ho ripetuto l’esperienza in due classi, una al Liceo Scientifico di Melegnano e un’altra al Liceo Scientifico Vittorio Veneto di Milano».

Per Francesco Dindo l’esperienza è stata analoga. «Ho conosciuto JA attraverso la competizione regionale Lombardia di maggio 2016 nella quale sono stato coinvolto come giudice e sono rimasto affascinato dalla qualità delle idee imprenditoriali presentate e anche dal modo con cui gli studenti sono stati capaci di far loro i prodotti ed i servizi presentati nonostante il poco tempo a disposizione per realizzarli. Quest’anno sono in una classe del Liceo Scientifico di Melegnano e in un’altra del Liceo Galvani di Milano».

«L’esperienza che abbiamo vissuto in entrambe queste vesti, prima da giudici e poi da Dream Coach, ci ha spinto a presentare la proposta formativa di JA al Gruppo di Milano di VISES e quindi a confermare l’impegno della nostra Onlus ad entrare nel network di JA Italia. Oggi siamo oltre 24 volontari che seguono 33 classi in Lombardia».

Come vi organizzate per supportare gli studenti nei loro progetti di impresa?

«Siamo una vera e propria squadra che si confronta anche al di fuori dei singoli incontri che ognuno di noi fa in classe. Non organizziamo mai delle lezioni predefinite, è più corretto lasciare ad ogni Dream Coach il compito di definire e preparare gli interventi secondo la propria esperienza e competenza e soprattutto in base alle esigenze che nascono nelle singole mini-imprese. D’altra parte organizziamo riunioni mensili per aggiornarci sullo stato delle attività e confrontarci sulla progettualità da adottare in aula e sulle modalità di approccio con gli studenti. In questo modo possiamo contare sull’esperienza degli altri e perseguiamo anche un obiettivo che abbiamo come VISES Gruppo Milano, ovvero quello di formarci e aggiornarci costantemente».

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Come dirigenti d’azienda che fanno parte di VISES, la Onlus di riferimento di un’importante associazione come Federmanager che ha come mission lo sviluppo di iniziative a impatto sociale, quale valore avete trovato nelle proposte didattiche di JA Italia?

«Educare all’imprenditorialità dovrebbe essere sicuramente una priorità per ogni sistema d’istruzione. Lo spirito imprenditoriale, così importante nel tessuto socio-economico del nostro Paese, va sicuramente fin dalla scuola, ma queste iniziative didattiche danno qualcosa in più agli studenti: trasferiscono loro soft skills, capacità e competenze che la scuola fatica ancora a dare. È questo il vero valore aggiunto, molto più importante dell’aspetto “mercantile” del fare impresa».

Cosa vi piace di più del vostro ruolo come Dream Coach?

«La nostra motivazione nasce dalla volontà di contribuire nel sociale riversando l’esperienza professionale che abbiamo vissuto, in una sorta di restituzione verso la società, soprattutto verso i più giovani. Abbiamo avuto una vita professionale che ci ha soddisfatti e per questo motivo ci sentiamo in dovere morale di mettere a disposizione dei giovani almeno parte di questa esperienza».

«Affiancare studenti in un percorso così complesso ma caratterizzato da traguardi importanti che valorizzano i ragazzi ci ripaga dell’impegno che mettiamo in quello che facciamo. È bello entrare in classe e vedere che, incontro dopo incontro, la motivazione degli studenti cresce, credono sempre di più in quello che fanno e soprattutto hanno fiducia in noi e nel nostro modo di supportarli e incoraggiarli a fare delle scelte, a volte sbagliate, ma che sappiamo possono portare a un apprendimento per loro».

«I materiali didattici messi a disposizione da JA nella piattaforma didattica del progetto ci permettono di entrare in sintonia con gli studenti in maniera più veloce e l’utilizzo di sistemi di collaborazione a distanza online fa sì che possiamo rimanere in contatto anche al di fuori delle aule scolastiche».

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I volontari in Italia sono 4 milioni, il 10% della popolazione attiva. Qual è l’appello che vi sentite di lanciare a dirigenti come voi che hanno tanto da trasferire in termini di competenze e esperienze?

«Ci sono molti professionisti che una volta conclusa la carriera si “godono” giustamente la pensione. All’interno del nostro network pensiamo che “godere la pensione“ voglia dire anche dare un indirizzo attivo e concreto alle nostre vite, che possa coinvolgerci ed appassionarci anche dopo aver concluso il nostro  percorso lavorativo. Esperienze di questo tipo sono efficaci non solo in termini di trasferimento di competenze verso i giovani ma anche come forma di confronto intergenerazionale che stimola il dialogo e favorisce uno scambio arricchente per entrambe le parti».