Milano, 6 giugno 2014. Tra i dati negativi sulla disoccupazione giovanile e quelli sui tanti vincoli oggettivi nei quali si trova la scuola italiana fa breccia una buona notizia: tra i docenti e gli alunni c’è voglia di mettere in campo lo spirito d’iniziativa, complice forse anche il contesto esterno che nell’ultimo anno ha fatto emergere il fenomeno delle startup.
Chi ha seguito nel mese di maggio #studenteimprenditore ha avuto modo di accompagnare Junior Achievement lungo tutta la penisola entrando in relazione con le storie dei 7.000 studenti e degli oltre 300 insegnanti che hanno sostituito le tradizionali lezioni con il programma “Impresa in azione”, finalizzato a sviluppare una start-up all’interno delle pareti scolastiche.
Le migliori tra queste “imprese di studenti” selezionate durante il road-show primaverile si sono riunite ieri e oggi a Milano durante la competizione BIZ Factory, ospiti presso il Vodafone Village, sede dell’omonima azienda partner della manifestazione, per accedere alla fase finale in vista della selezione del miglior team che rappresenterà il nostro Paese in Europa (22/25 luglio, Estonia).
Delle 380 scuole iscritte al programma, attraverso il sito www.impresainazione.it di Junior Achievement, non tutte sono arrivate a concludere l’esperienza in modo compiuto. La voglia di insegnare a intraprendere non manca nel corpo docente, ma inserire l’educazione imprenditoriale nel piano dell’offerta formativa di un istituto richiede alcuni ingredienti che seppur semplici rappresentano un mix indispensabile per garantirne la buona riuscita.
Ingredienti appresi da Junior Achievement e raccolti in un Manifesto affinché si traducano in policy concrete con l’aiuto delle due istituzioni MIUR e MISE naturali interlocutori di questa tematica. Hanno accolto favorevolmente l’iniziativa Stefano Firpo, Capo della Segreteria Tecnica del Ministro dello Sviluppo Economico e Alessandro Fusacchia, Capo di Gabinetto del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, entrambi particolarmente sensibili al tema del cambiamento attraverso l’introduzione di processi innovativi nel nostro Paese.
In linea con le politiche già avviate in altri paesi europei sarebbe auspicabile cogliere l’opportunità di avviare una politica di sostegno dell’imprenditoria in tutti i cicli scolastici per permettere a tutti gli studenti di poter acquisire comportamenti attinenti questa “competenza chiave” ritenuta leva strategica atta a garantire un’occupabilità di lungo periodo.
“Si può diventare adulti e cittadini intraprendenti solo allenandosi a sviluppare una mentalità creativa e uno spirito d’iniziativa che non sono competenze innate né tanto meno “ereditate”, ma possono essere acquisite. La scuola può diventare un driver di cambiamento importante in tal senso” spiega Stefano Scabbio, Presidente di Junior Achievement Italia.
Per questo, rivestono un ruolo strategico gli insegnanti che grazie al progetto “The Entrepreneurial School” – sviluppato in ambito europeo, ma con l’Italia che vi ha giocato un ruolo attivo – avranno la possibilità in 440 da qui a fine 2015 di conoscere cosa vuol dire insegnare l’imprenditoria, consultare una guida virtuale con più di 100 metodi di insegnamento già adottati, incontrare colleghi che hanno già sviluppato a scuola questa progettualità nel corso di training formativi, consentire ai propri studenti di partecipare a un test per conseguire una certificazione delle competenze imprenditoriali acquisite a scuola.
Junior Achievement è consapevole di essere solo uno dei diversi player che opera a favore della promozione dell’imprenditorialità nella scuola italiana, ma confortata dal numero di iscrizioni che crescono di anno in anno e dall’efficacia del dispositivo formativo facilmente contestualizzabile localmente, si fa promotrice di un’azione propulsiva a favore di una politica nazionale per consentirne l’effettiva diffusione tra tutta la popolazione scolastica.