Caro Carlo, iniziamo a scoprire qualcosa di te.

Ho sempre “respirato” l’aria della didattica sin da bambino. Provengo, infatti, da una famiglia fortemente impegnata nella scuola. Io ero appassionato di informatica e avevo scelto una strada diversa, laureandomi in Scienze dell’Informazione e, successivamente, lavorando come specialista informatico in aziende di importanza nazionale. Tuttavia, già durante la mia collaborazione con l’università e nel periodo vissuto come consulente aziendale avevo più volte rivestito il ruolo di docente in corsi di formazione tecnica, così nel 2000 ho partecipato ad un concorso nazionale bandito dal Ministero della Pubblica Istruzione Italiana ed ho ottenuto l’abilitazione all’insegnamento nella scuola superiore.

Qual è il tuo metodo di insegnamento?

Durante la mia carriera ho avuto modo di vivere momenti di insegnamento che mi hanno permesso di sperimentare approcci alla didattica sempre più attuali e improntati al mondo reale. Questo ha rivelato la mia naturale propensione al mondo della scuola, dove da subito ho voluto portare la mia esperienza, adattandola al contesto scolastico e adottando un approccio coinvolgente basato sul learning by doing.
Ho creato una metodologia didattica che ho chiamato Vivariumware: è un neologismo che nasce con l’intento di dare una collocazione tipologica alle applicazioni nate in ambito sperimentale e didattico. In questo tipo di gestione progettuale gli alunni vengono divisi in gruppi di due o massimo tre persone, ognuno con il proprio ruolo, e si ritrovano a gestire una mini-impresa volta alla realizzazione di un progetto. Il docente fornisce solo indicazioni di massima sulle tecnologie da utilizzare, ma in maniera del tutto generale, lascia piena autonomia ai vari alunni di scegliere la natura e la tipologia di progetto da realizzare, consapevole che una scelta personale degli alunni li incentiva nel realizzare al meglio e con entusiasmo lo specifico progetto. Credo che tutto questo lavoro abbia contribuito molto a far raggiungere ad alcune delle mie classi vari importanti risultati nazionali e internazionali.

Facci alcuni esempi.

In particolare negli ultimi anni ho preparato come mentore alcune mie classi per le competizioni del programma Impresa in Azione di JA Italia e per tre anni abbiamo vinto la fase regionale della Campania e, nel 2019, la fase nazionale con il progetto Farm@, premiato per la capacità di partire da un problema concreto e sentito sul territorio e di individuare una soluzione innovativa e ambiziosa tanto da arrivare a coinvolgere importanti stakeholder. Farm@ è, infatti, un marketplace per la compravendita di animali da allevamento che garantisce la tracciabilità dell’origine dei prodotti riducendo i costi e con una forte scalabilità, realizzata dai miei studenti dell’ITIS G.B.Bosco Lucarelli di Benevento. Questo successo ci ha portato a rappresentare l’Italia alla JA Company of the year Competition 2019 a Lille (Francia) dove abbiamo ottenuto il 2nd runner up.

Cos’ha rappresentato per te Junior Achievement Italia?

L’esperienza con JA ha rappresentato e continua ad essere uno straordinario strumento di crescita per i miei studenti. Ogni singola partecipazione è stata un’esperienza ricchissima sia per i ragazzi che per me stesso come docente. Anche quando non siamo riusciti ad ottenere il successo sperato, abbiamo sempre e comunque imparato tantissimo. Ciò è vero sia per quanto riguarda il lato delle competenze vere e proprie sia a livello umano e di competenze trasversali, ovvero le cosiddette soft skills. I ragazzi hanno, ad esempio, imparato a gestire il proprio lavoro e a misurarsi con le scadenze temporali, hanno superato le inevitabili debolezze ed hanno lavorato in gruppo, hanno assaporato la bellezza della vittoria ed imparato a gestire gli insuccessi. Potrei continuare a lungo ma, più semplicemente posso dire che, sia loro che io, siamo tutti cresciuti ed usciti assolutamente arricchiti da ogni singola esperienza.
Non posso poi non citare, per ringraziare di cuore, l’intera organizzazione di JA Italia che ci ha sempre accompagnati con sincera vicinanza e professionalità.

Alla luce dell’attuale situazione, come vedi la scuola di domani?

Il digitale andrà a rivestire un ruolo sempre più importante all’interno del mondo scuola. Io, da sempre, utilizzo piattaforme di e-learning per organizzare il lavoro con i miei alunni. Questo mi consente di organizzare i corsi in maniera ottimale e non disperdere quanto fatto negli anni precedenti, nonché migliorare la gestione di attività quotidiane come le verifiche. All’interno della scuola ho anche il ruolo di “Animatore digitale”: una figura riconosciuta dal Ministero della Pubblica Istruzione Italiana. In questo ambito svolgo l’attività di “Digital Evangelist” per spingere l’intera comunità scolastica, non solo della mia scuola ma anche del territorio circostante, all’uso meditato della tecnologia per promuove il successo scolastico e sociale dei nostri alunni.
La scuola ha inoltre intrapreso un percorso molto importante, aprendosi a numerose attività che arricchiscono la formazione dei ragazzi, come i programmi realizzati da Junior Achievement che trasferiscono ai giovani competenze trasversali, a completamento della loro preparazione tecnica. È essenziale proseguire in questo percorso, affinché i ragazzi si trovino pronti una volta che entrano nel mondo del lavoro.

In questo periodo che cosa suggeriresti ai tuoi colleghi?

Di non fermarsi e non lasciarsi scoraggiare di fronte alle avversità, ma sfruttare appieno le potenzialità del digitale che fornisce sia uno strumento indispensabile per affrontare questa emergenza, ma anche una risorsa per arricchire sempre più gli studenti. La scuola non deve fermarsi sotto alcun punto di vista, dai programmi scolastici ai progetti extra-scolastici ai PCTO – Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento. Junior Achievement Italia è una realtà che, con una forte expertise nel mondo dell’e-learning e già oltre 30mila studenti attivi su piattaforme digitali, si è subito attivata per consentire ai ragazzi di non interrompere programmi già iniziati e di avere accesso a nuovi strumenti utili e coinvolgenti.

Ma le scuole hanno gli insegnanti adatti per portare avanti questa sfida pedagogica?

Sì, credo nella preparazione e nella dedizione degli insegnanti della scuola italiana. Alcuni di loro potranno trovarsi inizialmente spiazzati, ma sapranno reagire al meglio e già lo stanno facendo. Il PNSD (Piano Nazionale Scuola Digitale) ha già da tempo introdotto nella scuola italiana la figura dell’animatore digitale con il compito, insieme al dirigente scolastico e al direttore amministrativo, di svolgere un ruolo strategico nella diffusione dell’innovazione digitale nella scuola. Già da tempo quindi noi animatori digitali stiamo svolgendo il nostro lavoro di coinvolgimento dell’intera comunità scolastica nell’adozione di un corretto uso del digitale per la didattica. Credo chi i frutti siano già ampiamente visibili anche se ora, in considerazione delle nuove problematiche causate dalla chiusura degli spazi fisici delle scuole a causa del coronavirus, siamo chiamati tutti insieme ad un nuovo e rinnovato impegno. Vedo comunque una risposta più che positiva di tutto il corpo docente in questa nuova sfida nella didattica a distanza che consentirà di uscire sicuramente migliorati e rafforzati dopo questo complicatissimo e critico momento.

Quali sono i tuoi obiettivi?

Preparare i ragazzi a diventare cittadini del mondo, trasferendo loro non soltanto le competenze tecniche proprie della mia disciplina, ma aiutandoli a costruire il loro futuro con una visione allargata non solo al proprio Paese, ma anche all’esterno di esso. La scuola nella quale insegno è inserita in un territorio che presenta criticità dal punto di vista sociale (età media elevata, manifestarsi di nuovi fenomeni di emigrazione giovanile ed intellettuale, difficoltà ad offrire servizi pubblici adeguati per la distribuzione di poche persone in grandi spazi). Questo è il principale motivo della mia collaborazione con Junior Achievement che mette a disposizione degli studenti, ma anche di docenti e formatori, gli strumenti per acquisire competenze tecniche trasversali o soft skills. In questo modo, aiutiamo i ragazzi ad orientarsi nelle scelte per il proprio futuro, contrastando l’abbandono scolastico e rendendoli in grado di affrontare le sfide del domani. La sfida è sviluppare un contesto educativo improntato alla valorizzazione di ogni persona, all’accoglienza, al dialogo, alla cooperazione, al rispetto reciproco, al rispetto delle regole, al fine di promuovere il senso civico e la cittadinanza attiva.

Un’ultima domanda: com’è stato leggere un post interamente a te dedicato direttamente dal Ministro dell’Istruzione sui propri canali?

Sicuramente leggere quanto ha scritto la Ministra mi ha fatto enormemente piacere e non poteva essere altrimenti, ne solo assolutamente felice e orgoglioso. Tuttavia, ho letto questa dedica nell’ottica di un riconoscimento per l’intera scuola italiana in cui vi sono enormi energie positive rappresentate da una splendida comunità fatta di docenti e studenti che sono la vera speranza per il nostro futuro. Anche in questo momento, così complesso e per taluni aspetti drammatico, l’intera comunità scolastica sta dimostrando ancora una volta di essere l’essenza stessa e la forza della nostra società.